Ma è questo che il mondo che cambia ci ha insegnato. A desiderare sempre di più, sempre più cose, sempre più in fretta.
L’altro giorno osservavo una bambina che chiedeva una pizzetta, alle sei e mezza. Dopo un primo timido tra poco mangiamo, è bastato un suo urlo, sbattere i piedi qualche volta di troppo, ed ecco, dopo aver mortificato la bambina per buoni 3 minuti (dentro a un bar e una famiglia che urla sono un infinità ve lo giuro) ecco che arriva la pizzetta bianca e con la gioia del papà due anche per lui. Non entro nel merito della mortificazione, ma è di grandissimo dibattito in questi giorni, quindi alla fine non così assurdo credo. Probabilmente invece dovremmo iniziare proprio da qui.
Ora, io lo ricordo cosa significa aspettare da bambina. La Befana per i dolci, le feste di compleanno degli amici per le pizzette, lavare la macchina di papà (graffiandola anche un po’) per ricevere 500 lire. Per i regali belli che desideravi, quelli che sembravano grandissimi e irraggiungibili, il compleanno, per quelli più numerosi, il Natale. Per la paghetta il lunedì, e per una seconda ondata di solidi Pasqua. I destini che cadevano. E si aspettavano anche i piatti della tradizione. La domenica per la lasagna o le fettuccine. Il 25 dicembre per i tortellini, il bollito e la salsa verde. E infine Pasqua per l’agnello brodettato. Si aspettava.
Ora si vuole tutto e subito, e non parlo solo di cose materiali. Anzi.
Ogni volta che entro su Amazon e vedo quel, se lo ordini entro quest’ora lo ricevi domani, mi sale il crimine. Chissà cosa potrà succedere di brutto se aspetto Natale? Io sicuramente boh, ma voi mah.
Tutto questo mi è riaffiorato quest’ultima settimana e guarda caso proprio durante il Black Friday. Si, perché io niente in contrario contro avere un giorno in cui puoi risparmiare un pochino, e questo per me significa aspettare, ma non comprare per forza!
L’altro giorno con un amico parlavamo di van Gogh, e stavamo commentando che morì povero. La mia battuta fu, gli farò compagnia di sicuro, con una grassa risata finale.
La sua reazione fu, impossibile, tu non spendi un cazzo! Ok, non è vero che non spendo, perché sto sempre alla canna del gas e con il terrore che se arriva quella famosa emergenza per cui dovresti avere un fondo apposta come anche i più scarsi consulenti finanziari consigliano, io non ce l’ho. Non compro vestiti finche non si rompono, e li tratto molto bene. Idem con le scarpe, tanto che ne ho davvero troppe, grazie anche al calzolaio. Se amiche e parenti con le mani bucate vogliono disfarsi di cose, se mi stanno veramente bene, approfitto. Se cambio gusto, o forme del corpo, regalo in parrocchia. Sono una che usa i buoni regali la settimana prima che scadono! Sono terribile, bilancia atipica.
Seduta sul mio divano mi sono guardata intorno, e mi son detta, a me non manca propio niente. E ho cominciato a pensare in cosa potessi risparmiare per recuperare l’anelato fondo d’emergenza. Dovrei aprire un Canale Vinted forse. Magari non pagare tutte le piattaforme video esistenti (tranne DAZN, non mi avrà mai, piuttosto al bar con i miei amici ubriaconi ottuagenari), anche perché la tv non la vedo praticamente. Non avere motorino, macchina e abbonamento ATM? magari potrei far a meno della macchina, ma il mio meccanico si rifiuta che io la venda. Dice che è perfetta. Magari fumare un po’ meno.
Poi mi sono promessa di non comprare più libri, ecco in quello spendo tanto, finché non li leggo, e se non dovessi leggerli, li donerò o li porterò in ufficio.
Sto divagando.
Torniamo al tutto e subito. Io nel mio carrello Amazon, ho delle cose li, al momento 15 euro di spesa, ma sto aspettando quel momento. Il momento in cui una che ha tutto si merita quella cosa in più, perché è un momento speciale.
Dicevo però che non parlavo solo di cose materiali (anche se lo sappiamo tutti vero, che dietro le cose materiali si nasconde un mondo di emozioni e bisogni? Non sono certo io a doverlo spiegare poi). Vogliamo il lavoro perfetto, la casa perfetta, un compagno, un figlio, l’idea geniale che ci farà svoltare la vita. Il viaggio, l’amore. Se la moda cambia, quell’indumento. Se apre un nuovo ristorante provarlo. Vedo quella cosa e voglio che mi arrivi domani, per la frenesia di provare emozioni, subito.
Unico caso nella storia del mio blog in cui non sto parlando di me. Pensa.
Invece credo che le emozioni più grandi arrivino aspettando, lavorando sodo e aspettando. Assaporando ogni singolo passo che ci porta a raggiungere quel momento.