Le occasioni sono una brutta bestia, un mix di aspettative, ansia da prestazione è tutta una serie di scene di un film pensato ma mai girato.
Partiamo dalle situazioni. Stai per andare incontro ad una situazione, può essere un colloquio, una riunione o un aperitivo. E io mi preparo bene per quella situazione. Immagino come entrerò, cosa dirò, immagino come mi risponderanno, e cosa dirò io in seguito. Penso alle mille domande che mi faranno e alle altrettante mille risposte che potrebbero darmi.
Ti potrebbero chiedere:
Loro: come stai?
Io: bene! Davvero bene.
E già da queste due semplici battute io ci scrivo una storia, perché la persona che te lo ha chiesto magari potrebbe non stare proprio benissimo come te, e quindi la situazione potrebbe prendere una piega sbagliata. D’altro canto potrebbe invece stare meglio di te e quindi la situazione potrebbe essere totalmente diversa e magari potresti essere tu a rimanerci male.
Pensi a te, e a quale immagine di te vuoi trasmettere.
È in questa fase che si creano le aspettative. Le maledette! Che poi, se non si raggiungono, le maledette aspettative sono quelle che ti portano a dire: occasione persa.
Ok, da un come stai, è decisamente surreale, però era per fare un esempio.
Poi arriva l’occasione e tu boh, e loro anche mah. Tutto quello che hai pensato e atteso, non succede o succede solo in parte. Dimentichi il copione, improvvisi. Vivi.
Torni a casa e riesamini il tutto, cercando di capire com’è andata. Si fanno bilanci.
È andata bene? Male? Benissimo? Malissimo? Bene ma non benissimo.
E se avessi fatto così?
E se avessi chiesto colá?
E se avessi detto quello che penso davvero…
Una volta un’amica mi ha fatto riflettere sulla cosa giusta al momento giusto, e da allora il tempismo è diventato per me terreno di studio, quasi un’ossessione.
La cosa giusta al momento giusto, la cosa sbagliata in quello sbagliato, ma poi la cosa sbagliata al momento giusto, ma sopratutto, quella che mi fa riflettere di più di tutte: la cosa giusta al momento sbagliato. Questa mi fa perdere la testa.
Le prime tre occasioni le capisci subito, ma la cosa giusta al momento sbagliato è il vero dilemma.
E chi lo dice? Solo tu. Giudice ed imputato.
La situazione è solo una situazione, l’occasione invece, la crei tu, e poi, solo poi, decidi se è persa o meno.
Non credere a chi ti dice che è andata esattamente come se l’aspettava. Questo capita solo quando l’unico interlocutore sei tu, e anche in quell’occasione potresti stupirti.
Quello che deve essere sarà. Quello che non è stato non doveva essere, ma sopratutto, se volevi che fosse, fatti una domanda perché non lo è stato davvero.


