14 marzo 2011 – 31 marzo 2017

Ricordo come se fosse ieri il mio ultimo giorno di lavoro, in quella che era stata la mia casa per 6 anni.

Era venerdì.
Era fine mese.
Mi ero promessa di chiudere alle 18.

Il giorno dopo sarebbe stato il primo aprile, il tutto poteva sembrare uno scherzo.

Sembrava una scena di un film, il film di qualcun’altra, e io che guardavo dal di fuori.

Alle 18 e un minuto, iniziano a chiamarmi un po’ di persone ma io non rispondo.
Dovevo finire.

Beh forse ad un paio di persone ho risposto. Ad Ale.
Dovevo controllare che fosse tutto apposto.
Dovevo controllare di aver lasciato indicazioni a tutti, per tutti i progetti in essere e quelli ancora non chiusi perfettamente.
Dovevo lasciare indicazioni di dove trovare documenti vari, normale gestione.

Dovevo riconsegnare i “benefits”: il cellulare, il pc, la carta di credito e le chiavi.
Varie chiavi, di Milano e di Roma.

Il telefono squillava ancora, ma non potevo rispondere, dovevo finire e dovevo essere concentrata.

Alle 21.30 chiamo Laura che era ancora in ufficio con me per fumarci l’ultima sigaretta in balcone. L’ultima insieme in quel posto che avevamo condiviso per quasi 3 anni.

Due lacrime scendono sul viso, ma non era ancora finita.

C’è un allestimento importante in progress e non tutto era andato liscissimo, ma nel nostro lavoro non lo va mai, liscio intendo, e se ve lo dicono, diffidate.

Sapevo che non era necessario che andassi.
Dovevo tenere ancora duro.

Mi siedo al pc.
Mi ero ripromessa di salutare tutti con un arrivederci a presto, e invece le parole sgorgano come un fiume in piena e inizio a ringraziare tutti, per tutto quello che c’è stato, per tutto quello che hanno significato, per tutto quello che mi hanno insegnato.

Vi domanderete? Ma te ne sei andata tu! Perché tutto questo?

Perché la vita è fatta di scelte, scelte di direzione. 
Questo non vuol dire che decidere di prendere una strada sia facile e che non ti dispiaccia. E tanto anche.

Premo invio.
Si chiude il sipario.

Spengo pc, lascio le chiavi, e firmo l’uscita.
Laura chiude l’ufficio.
Due mandate sopra e quattro sotto.

Sono già le 22.

Ci dirigiamo insieme verso la location dell’ultimo allestimento.
Percorriamo Corso Garibaldi per l’ultima volta.
Chiamo Andrea, o chiama lui. Questo fa poca differenza. Ne avevo bisogno.

Arrivati a destinazione continuo a fare il mio lavoro. Si, lo ammetto, ho rotto le palle anche in quest’occasione, però sono fatta così.

Fino all’ultimo.

Alle 24 chiudeva la metro, quindi mi congedo alle 23.55.

E con un sorriso pieno di tristezza mi avvio per un corso Como che ha un sapore nuovo.

Verso una nuova avventura.

Quale? To be continued.

31.03.2017
Il giorno dopo sarebbe stato il 1 aprile.

Poteva sembrare uno scherzo.

E invece?

 

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