Come ci insegna Meryl, alla mia età non ho pazienza per alcune cose…. ma avrebbe voluto scrivere mi sono rotta il ca… !

Comincia l’estate, si allungano le giornate, e iniziano gli aperitivi di lunedì e i weekend al mare.

Si fanno largo le confidenze

Torno a Roma dopo un po’ di tempo fuori, ed è normale rivedere le amiche di sempre.
Quelle che hai un po’ abbandonato per la carriera.
Quelle che ti mancano e ti chiedi come hai fatto tutto questo tempo senza.
Quelle che però ci sono e ti fanno ridere fino alle lacrime.

Tema ricorrente: non c’è uno straccio d’uomo decente in giro.

Scavando più affondo la verità è: perché con quella persona, che mi piace tanto, non funziona?

Perché non si comporta come vorrei?
Perché non mi scrive per sapere come sto?
Perché non vuole le stesse cose che voglio io?

Mi guardo intorno e vedo molte donne in gamba. Donne indipendenti, belle (dentro e fuori), donne che hanno avuto periodi difficili.

E allora perché ci facciamo tutte queste domande? Perché abbiamo paura?

Perché siamo grandi.
Innamorarsi più verso gli ….anta che gli …enta è complicato.

Perché abbiamo voglia di condividere il nostro tempo con qualcuno, ma questo tempo, non vogliamo riempirlo con chiunque.

Siamo più esigenti, non perché chissà che vogliamo, ma perché sappiamo benissimo tutto quello che non vogliamo e quello a cui non possiamo rinunciare.

Credo che la consapevolezza di chi siamo non ci porti più a perdere tempo. 
Il tempo stringe.
Ma nonostante l’indipendenza e l’autonomia ci piace essere corteggiate.

Ma chi non è più abituato al gioco del corteggiamento, chi ancora non è sicuro di quello che vuole, si aspetta la prima mossa dall’altro.

Ma perché?
Esporsi sull’ignoto potrebbe dire perdere tempo?
Perché abbiamo voglia di sentirci desiderati?
Perché abbiamo paura di essere rifiutati?

Ma poi siamo disposti in fondo a metterci in gioco?
Forse da qui dovremmo partire.

Metterci in gioco.

Per quanto mi riguarda, ho un problema serio nella scelta di un uomo: tutto comincia da una stretta di mano.

Una sola e semplice stretta di mano.
Un: “ciao! Io sono Pincopallino”, e sono fottuta! Scossa!
E una questione di chimica purtroppo.

In 36 anni mi sono sicuramente divertita.
Alcune storie hanno funzionato da subito.
Altre ci sono volute anni di convincimento, mai in maniera diretta però, perché mi vergogno troppo e ho paura di sentirmi dire di no.
Alcune volte non è andata, o almeno non come volevo.

Ho avuto storie lunghe, corte e cortissime.

Ogni volta che questo “Ciao!” mi fregava ci ho provato. Sempre.

E poi iniziano subito film in cui faccio voli pindarici meravigliosi. Immagino la prima uscita, il primo bacio, il messaggio che vorrei ricevere, il primo sesso.

E poi iniziano le paranoie, e se bacia male, e se il sesso fa schifo, e se non ama la musica (perché io canto sempre!), e se non ama il cibo, se non ama il vino!

Ecco poteva essere amore e invece è stato un bellissimo calesse tempestato di diamanti.

Ovviamente tutto questo nella mia testa, per poche settimane, senza permettere che succedesse niente o poco, mentre zitta zitta aspettavo che succedesse qualcosa.

Come avete potuto leggere io sono bravissima a rischiare nella vita, ma nell’amore no… ecco no.

Io sono quella che aspetta.

Ma torniamo alla spiaggia, agli aperitivi e le chiacchiere con le amiche.

Sento dire: perché non trovo nessuno? Ma non solo non lo trovo non ci provano neanche?

Oppure, ogni volta è la stessa storia?

Rimango sovrappensiero a osservare il mare e penso invece alle volte (poche) che mi hanno scritto e io freddamente ho chiuso la porta, perché quella scossa non l’avevo sentita. Magari in qualche modo volevano conoscermi, ma io non sono una che da molte opportunità. Anzi, sono anche un po’ infastidita da questi comportamenti.

Anche perché una donna si lascia corteggiare solo da chi ha già scelto.

Ma prendiamo in considerazione i miei “Ciao! Io sono Pincopallo e…. Scossa!”:

  • Ci sono stati quelli che: “ sei fantastica, ogni uomo sarebbe fortunato ad averti accanto, ma non è il momento giusto. Se ti avessi incontrato in un altro momento…” Le mie amiche ovviamente avvallavano (e la confermano tuttora) la tesi che ogni uomo si sentirebbe fortunato ad avermi accanto, e le ringrazio. Ma nella mia testa c’era solo: vuol dire che non gli piaccio abbastanza.
  • Ci sono stati quelli che: “com’è bello parlare con te, come sei intelligente, arguta, ironica”, ma si fidanzano con una che ha una decade in meno. Le mie amiche (come avrei fatto senza) ovviamente mi ripetevano che forse avevano paura, che volevano ancora divertirsi, che bla, bla, bla. Ma nella mia testa c’era solo: vuol dire che non gli piaccio abbastanza.
  • Ci sono stati anche quelli che il vuoto assoluto. Nessuna giustificazione, nessun no e nessun sì. Stavano lì e non facevano assolutamente niente. E io aspettavo, e aspettavo, e aspettavo. Le mie amiche (belle loro) ma vedrai, sarà uno insicuro, starà cercando di capire, magari non crede che tu sia interessata. Ma nella mia testa c’era solo: vuol dire che non gli piaccio abbastanza.
  • Ci sono stati anche quelli che: “Tu meriti di più!” Ecco con questi ero particolarmente d’accordo, ma in ogni caso voleva dire che non gli piacevo abbastanza.

Non siete d’accordo?

Purtroppo, nonostante la scossa quando nella mia testa s’infilava quel “secondo me non gli piaccio abbastanza” era finita. Ma davvero. A me passa tutto. Finito. Caput. Punto e a capo.

Chissà perché mi comporto così.
Chissà perché ci comportiamo così?

Perché non sono solo loro quelli strani.

Tra le mie amiche ho identificato questi comportamenti:

  • Quelle che hanno un’immagine ben precisa dell’uomo che vogliono e guai se si discosta anche di una minima virgola. Trovano il pelo nell’uovo sempre.
  • Quelle che tutto quello che succede deve avere un significato, perché ci deve essere un perché e quindi si fanno mille storie, tutte da sole. Vi svelo un segreto, se lui non te lo dice il significato, non lo saprai mai.
  • Quelle che hanno bisogno di conferme continue, se mi ama dovrebbe scrivermi sempre, volermi vedere sempre, fare dei sacrifici continui. Aiuto!
  • Quelle che sono gelose, possessivamente gelose. Brutta storia.
  • Le crocerossine. Vedrai, io lo salverò! Io lo renderò felice, ma loro sono le prime a doversi salvare.

Comunque, questo per dire che al gioco del corteggiamento si gioca in due.

Le regole e le strategie non mi sono ancora chiare, ma se a ogni pentola il suo coperchio vale, continueremo a giocare.

“E comunque, alle persone giuste al momento sbagliato e quelle sbagliate al momento giusto, volevo dire una cosa, uscite tra di voi.”

ndr. Questa non è mia, ma la fonte credo ormai sia persa per sempre nel web. A chi l’ha scritta per la prima volta tanta stima!

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