Caro Papo,
me lo avevano detto, ma non avrei mai creduto che ad un certo punto le parti si sarebbero invertite.
In questo momento così particolare della mia vita i ricordi riaffiorano all’impazzata.
Tu sei stato sempre accanto a me a ogni successo, a ogni sconfitta, a ogni sogno, nel e fuori dal cassetto.
Mi hai visto andar via tante di quelle volte e tornare altrettante.
Chissà quello che hai provato, pensato e temuto.
Sei il Papo che appena tornata in Italia nel 1996 mi hai comprato un telefonino, con il contratto, perché non volevi che in caso di emergenza mi trovassi senza credito.
Sei il Papo che ai miei 16 anni ha scoperto il terrore del ginecologo.
Sei il Papo che mi ha visto immobile nel letto, per giorni, per una delusione amorosa, e sei lo stesso che voleva metterlo sotto con la macchina.
Sei il Papo che mi ha fatto piangere così tanto perché fino ai 18 anni non potevo uscire la sera, e quello che dopo i 18 facevi salire fino alla porta di casa a presentarsi chiunque mi fosse venuto a prendere. Almeno così, sapevi, dove andarmi a cercare.
Sei il Papo che ha visto litigare le figlie fino alle parole più brutte, e solo una volta si è intromesso, ma solo con uno sguardo di disapprovazione così inteso che ci ha ghiacciato. Da lì abbiamo iniziato a parlare.
Sei il Papo che mi ha lasciato scegliere quello che volevo fare da grande, quello che mi ha ascoltato ripetere trattati di sociologia e con lo sguardo incazzato mi ha rassicurato dicendo “va bene, anche se non lo passi, questa roba è in-studiabile!”.
Sei quello che quando avevo superato il limite, sopratutto quando pesavo 80kg, mi ha fatto capire che era ora di tirare fuori il coraggio.
Sei quello che mi ha lasciato sbagliare. Lo hai fatto senza dirmelo, ascoltandomi e guidandomi, soprattutto con gli uomini, quelli, non sono stati mai abbastanza, e in fondo avevi ragione.
Oggi che sono io che mi preoccupo quando esci la sera, quando parti per un viaggio in macchina, quado so che mangi troppi formaggi.
Oggi, che ti chiedo di mandarmi un messaggio per sapere che va tutto bene.
Oggi che stando lontana non vedo l’ora di tornare da te aspettando quell’abbraccio forte e sentire la parola “bentornata!”
Oggi che son io a prendere decisioni tutti i giorni chiedendomi se sto facendo quella giusta. Oggi che faccio le mie scelte e ne subisco le conseguenze.
Oggi mi preoccupo io di te.
Me lo avevano detto, ma mai ci avrei creduto.
Oggi mi chiedo che figlia sarò mai stata, che figlia sono e che figlia sarò.
Adesso sono io che voglio stare accanto a te, ogni volta che me lo chiederai, ogni volta che ne avrai bisogno. E sarò li anche quando non vorrai, in un angolo, ma sarò li.
Magari esistono Papo migliori, ma non avrei voluto nessun altro accanto a me.
Buona festa del Papo.
Tua figlia.
Un pensiero riguardo “Festa del Papo da un altro punto di vista.”