Siamo arrivati alla fine e ci dobbiamo salutare.
Quest’anno, è stato un anno difficile. Troppo difficile.
L’anno in cui la rabbia è sfociata sui social nei nuovi leoni da tastiera.
L’anno dove la pancia è stata più importante della testa.
L’anno delle perdite, in guerre che oramai non si comprendono neanche più.
E’ stato l’anno dell’incertezza e della paura nel futuro.
L’anno dei terremoti, del terrorismo.
E’ stato l’anno delle pecore.
L’anno dell’ignoranza, dove il copia e incolla, l’inoltra, il condividi, lo “shera” era più automatico di un distributore di merendine.
E’ stato l’anno delle liste, tanto che sembra ci siano 10 modi per risolvere qualsiasi cosa.
E’ stato l’anno di petaloso.
Non credo mi mancherai molto, ma sicuramente ti porterò con me come faccio con tutti, perché mi hai insegnato tanto.
Ho imparato cosa significa la solitudine, per mia scelta. Non è poi così male stare soli. E’ molto difficile, ma ti ricorda quanto saper stare soli ti faccia apprezzare che ci sono persone che nonostante te ti vogliono stare accanto.
Ho imparato a lottare. Lottare per un obiettivo. Magari non quello giusto. Lottare con e contro tutta me stessa. Contro corrente. Solo perché credi che quell’ultimo respiro valga la pena, in ogni caso, di essere fatto a pieni polmoni.
Ho imparato a respirare. Prima di uscire, prima di dormire, prima di parlare.
Ho imparato che la testa non è più importante della pancia e che nessuna delle due deve essere mai troppa.
Ho imparato che il vorrei e il dovrei spesso diventano volevo e dovevo molto più rapidamente di quello che ci si aspetta.
Ho imparato cos’è il rischio. Perché in fondo chi non risica non rosica, ma a costo di cosa?
Ho imparato a mordermi la lingua quando avrei voluto urlare! In fondo non tutti vogliono sapere la tua, o non se la meritano.
Ho imparato che il mondo è pieno di pecore. Di persone poco curiose, che semplicemente non sanno, non vogliono sapere o non ne hanno il tempo. A volte devi essere pecora, te lo impongono, ma se proprio devo essere una pecora, sarò quella nera.
Ho imparato che a volte un “ce la puoi fare” e un “credo in te” sono più forti di qualsiasi cosa. Ci sono persone che non lo ammettono, ma aspettano di sentirsi dire solo quello.
Ho imparato che il sesso è divertente. Non sempre divertente. Non troppo divertente. E non basta.
Ho imparato che mi piace non essere simpatica a tutti. Neanche a me stanno simpatici tutti. Anzi.
Ho imparato a piangere, così tanto da non riuscire a respirare, e a sentire la disperazione così profondamente da non volermi alzare. Ma ho imparato ad alzarmi, a guardarmi allo specchio e ad ammettere che tutto era un disastro e che andava bene cosi. Un passo alla volta.
Ho imparato ad amare. Di nuovo. Soprattutto me stessa.
E questo mi auguro per il 2017.
Restare in silenzio e sentir ridere il cuore.
Fare qualcosa che mi faccia sorridere il cuore.
E questo auguro anche a voi.
Trovate qualcosa che vi faccia SORRIDERE IL CUORE.
Buona fine e buon inizio.
2 pensieri riguardo “Caro 2016”