Rieccoci qui. E’ passato un anno.
Ho aspettato anche quest’anno la fine di questa giornata e ho riletto anche le mie parole dell’anno scorso in questa giornata.
E…
Con gioia vedo che 365 giorni hanno almeno attenuato i commenti offensivi e di violenza gratuita almeno in questa giornata, soprattutto dalle donne verso le donne. Se devo essere sincera non ne ho letto neanche uno.
Attualmente credo che l’unica cosa su cui tutti siamo d’accordo è che al giorno d’oggi il sapere, la conoscenza e l’educazione sia ancora il punto focale della differenza di genere. Avere la libertà di essere informati è ancora una grande battaglia da vincere.
Ci sono ancora troppe donne che non hanno accesso all’istruzione. Diceva bene Malala Yousafzai: “Per sconfiggere analfabetismo, povertà, terrorismo, dobbiamo imbracciare i libri e le penne. Sono le armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. L’istruzione è l’unica soluzione.”
E non parlo solo dei paesi in cui il 95% delle donne non accede all’istruzione, in cui la religione è ancora il cardine della sottomissione. Come nel caso, per esempio dell’intervista documentario vietata in India a Mukesh Singh in cui afferma “Una ragazza come si deve non va in giro alle nove di sera”. E e poi continua, “ i lavori domestici ed il mantenimento della casa è quello che spetta alle ragazze, e non andare a zonzo nelle discoteche e nei pub di notte facendo cose sbagliate e vestendo indumenti sbagliati”. Visto poi che “solo il 20% delle ragazze sono per bene”, ha aggiunto, “la gente ha il diritto di impartire una lezione alle altre che sbagliano”.
Parlo dei paesi come il nostro in cui le ragazze adolescenti non hanno assolutamente nessuna consapevolezza sul sesso, sulle malattie sessualmente trasmissibili e sul rispetto verso loro stesse, perché la figura di donna gira ancora troppo intorno a quella dell’uomo.
Perché quando le donne capiranno che siamo fatte di tutt’altra pasta, quando capiranno che il mondo è migliore proprio grazie a loro, sarà solo allora che il mondo sarà pronto a cambiare. E non perché l’ha detto Obama nel suo discorso del weekend o Mattarella in quello dell’8 Marzo al Quirinale, ma perché ne siamo convinte noi.
Voglio condividere con voi queste parole.
“Con la bandana o gli sguardi catarifrangenti da Barbie, con le grandi pance davanti o con l’uomo sbagliato addosso, innamorate di un gatto o tradite dall’ombra della felicità, abbandonate all’angolo di una piazza o tagliate da un improvviso dolore, si fermano un istante per piangere, poi sollevano il capo e riprendono la strada.
Sono maestre di dignità le donne.
Non bisogna lasciarsi distrarre dall’ondeggiare dei fianchi se vogliamo capire qualcosa di loro, dobbiamo soltanto guardarle negli occhi perché i loro occhi dicono quello che le bocche sanno tacere.
Sì, le donne sono un’altra razza.
Spesso ci camminano di fianco così leggere che neanche ce ne accorgiamo.
Quasi sempre, però, ci precedono e basterebbe solo seguirle per capirne di più.
Seguirle con poco orgoglio e molto rispetto.
Per essere più uomini.
Un po’ più uomini, almeno.” (A. De Sanctis).
E quindi oggi ho bisogno di ringraziare ogni Donna che ha incrociato il mio cammino.
Ringrazio la Donna che mi ha insegnato ad amare incondizionatamente.
Ringrazio la Donna che mi ha insegnato ad amare la letteratura, a capirla e a farne un dono.
Ringrazio la Donna che mi ha insegnato a cucinare, ad apprezzare il cibo in ogni sua singola essenza.
Ringrazio la Donna che mi ha insegnato l’invidia, per saper come non provarla proprio perché non ha senso.
Ringrazio la Donna che ha passato più tempo a sbirciare nella mia vita che a guardare la sua, perché mi ha fatto capire che sto andando nella direzione giusta.
Ringrazio la Donna che mi ha fatto piangere perché solo toccando il dolore con mano si può risalire.
Ringrazio la Donna che mi ha insegnato a guardare dentro me stessa e quella che mi ha dimostrato che guardarsi allo specchio non fa poi così paura.
Ringrazio la Donna che mi ha criticato nel peggiore dei modi, perché solo capendo il modo in cui gli altri ti vedono sono riuscita a capire l’idea che voglio dare di me.
Ringrazio la Donna che mi ha odiato, perché in effetti, alla fine, se nessuno ti odia qualcosa di sbagliato starai pur facendo.
Ringrazio la Donna che mi ha amato e supportato incondizionatamente, perché vuol dire che il mondo, da qualche parte, è un po’ migliore anche grazie a me.
In fondo poi, dentro ogni uomo, un po’ di donna c’è.
Un pensiero riguardo “Ringrazio una Donna”