
Per correttezza, bisognerebbe scrivere a caratteri cubitali su tutti i siti e guide turistiche che a Roma il 15 Agosto “non s’ha da fare, ne domani, ne mai”!
Giravo con il mio scooter per il quartiere Prati verso le 13 oggi e sembrava di stare in una cittadina dell’hinterland americano durante le riprese di “The Walking Dead”. Per me una sensazione bellissima. Per altri immagino meno.
Entro al supermercato e inaspettatamente lo trovo vagamente pieno. Tutti turisti ovviamente. Il pane fresco c’è, mozzarelle, frutta e verdura anche. Ok, oggi non si muore di fame.
Alla cassa mi ritrovo a sentire la cassiera che si cimenta in una discussione di economia aziendale per cui secondo lei restare aperti di 15 agosto fosse una follia. Testuali parole: “ per un incasso di seimila euro quanti te ne entrano puliti, due? Fra luce, personale, ecc.” Dentro di me sorrido. Effettivamente lavorare di 15 agosto mentre tutti gli altri stanno in vacanza, non deve essere molto gratificante. Più o meno come mi sento io gli altri 363/364 giorni dell’anno. Mal comune mezzo gaudio. Penso.
Ora tappa sigarette. Non dovrei parlar male dell’unico bar/tabacchi/ristorante che è aperto 7/24, ma mi trovo un bellissimo cartello “For breakfast SPECIAL OFFER: coffee o cappuccino, fresh orange juice and cornetto for ONLY 8€” .
Facendomi due conti: ma che diamine di offerta è?!?!?!?!? Aripenso.
Arrivo sotto casa, carica come un mulo e un turista mi chiede con timore (o speranza) se parlo inglese. Capisco che trovare in una città cosmopolita come Roma qualcuno che parli inglese sia quasi impossibile. Non riusciva a mettere benzina. In effetti a Roma downtown se poco poco ti dimentichi di mettere benzina il venerdì rischi di rimanere a piedi quasi sicuramente. Figurati il 15 agosto! I distributori automatici, soldi o carte che siano, sono sempre scocciati come se dovessimo riuscire a rubare i soldi dalla fessura d’inserimento.
Per chi conosce Roma: vaglielo a spiegare come ci si arriva all’Agip di Corso Francia a un turista in Vespa, incazzato come un’ape perché l’indianino della benzina faceva finta di dormire per non so quale motivo?
Ho preferito disturbare l’indianino che, nonostante tutto, aveva anche il cambio di 20 euro.
E penso ancora.
Con lo sconforto nel cuore mi avvio verso casa e mi rendo conto che tutti i posti migliori per pranzare, tutti i negozi di abbigliamento e gastronomia sono chiusi.
Capisco che Roma dovrebbe essere la città dei romani, ma il turismo dovrebbe essere anche il nostro punto di forza e invece noi pensiamo in piccolo, come sempre.
Un po’ come se La Grande Mela chiudesse i battenti il giorno di Natale.
Terribilmente triste.
Un po’ come a Minorca. Per Saint Joan, che è la festa che attira migliaia di turisti, i minorchini chiudono negozi, supermercati e ristoranti, per andarsi a godere la festa. Quando, con l’afflusso di gente da fuori, in due giorni potrebbero guadagnarci quasi quanto un mese di lavoro durante la stagione.
Alice, hai pienamente ragione. E’ uno schema che si ripete.