Senso Civico Zero

Oggi ho vissuto un’esperienza che non posso non condividere. Ammetto che una mia amica, Arianna, compagna di quest’avventura, mi ha chiesto di scrivere qualcosa.

Purtroppo per un motivo di enorme tristezza, ma per l’affetto che nella vita ci troviamo a provare per alcune persone, mi sono trovata di 2 febbraio 2014 a dover uscire di casa. Ricordo a tutti che sono tre giorni che piove ininterrottamente sulla città eterna.

Dopo aver aspettato quasi 15 minuti perché la mia Smart si disappannasse, io e una mia carissima collega, partiamo alla volta di casa. Con mezzo parabrezza appannato vediamo un brutto incidente all’anglo di Via di Villa Ada con Via Lariana, veramente lo vede Arianna.

Nella mia immensa concentrazione a non fare la stessa fine delle due persone in mezzo alla strada non mi accorgo che una delle persone coinvolte è una nostra collega.

Arianna mi dice subito:  “fermati!!” Ammetto che per 20 nanosecondi ho pensato di girare a sinistra, ma l’immagine era veramente inquietante.

Scendiamo e cerchiamo di capire qualcosa.

Brutto incidente. Tutti sani e salvi.

Ma diciamoci la verità: quartiere Nemorense = assicurazione vita obbligatoria.

Macchine parcheggiate ovunque.
Angoli oscurati da qualsiasi cosa, alberi, cassonetti dell’immondizia, macchine! Segnaletica a terra sbiadita, come del resto per tutta Roma (mi chiedo: com’è che una biro non si leva neanche dalla mano e la segnaletica orizzontale evapora con il sole?)
Segnaletica verticale (che comanda su quella orizzontale, #sapevatelo) inesistente.

In ogni caso il mio sgomento non si sofferma sull’incidente, che può capitare, né sulla segnaletica, ormai abituata alla mia città, ma sul SENSO CIVICO.

Siamo state ferme più di un’ora e mezza a un incrocio sotto la pioggia e non credo non ci sia stata una macchina che non abbia commentato: “Vi serve che chiamiamo un’ambulanza?” nell’era dell’hi-tech in 5 sotto la pioggia avevamo 8 telefonini!!!

I guardoni che rallentavano nella speranza di trovare un ferito.

Macchine contromano per non fare bordo-bordo, ma soprattutto: chi è quel coglione che ha parcheggiato all’angolo ostruendo al 100% la visuale?

Si, esatto! C’era una macchina perfettamente all’angolo.

Nulla toglie il fatto che la nostra amica non avesse rispettato il dare precedenza, ma tra la segnaletica (orizzontale e verticale discutibile) e quel deficiente parcheggiato a cazzo il risultato è stato un “chioppo” infinito.

Ovviamente io che non mi faccio mai gli affaracci miei e sollevo la questione: “ma chi è quel deficiente che ha parcheggiato così?” Forse a voce un po’ troppo alta, perché gli abitanti invisibili del quartiere hanno incominciato a spostare le macchine.  Chissà perché????

Ma le due cose che mi hanno lasciato basita sono state 2:

  1. Una signora di età avanzata su un SUV guidato dal marito: “ Perché non vi levate?”  Deve ringraziare che la ragazza dell’altra persona coinvolta le abbia risposto che la macchina non si poteva spostare, perché io sarei stata molto meno signora (n.d.r. “Brutta Idiota, pensi che ce piace sta’ sotto la pioggia?!?!?!)
  2. Il proprietario della macchina all’angolo: “state tutti bene?” Ringrazio il ragazzo coinvolto nell’incidente, che dopo che io l’ho caricato a pallettoni, ha risposto: “scusi (pure scusi?) ma si è reso conto di come ha parcheggiato la macchina?” La risposta del parcheggiatore menefreghista sarebbe stata semplice, avete ragione, mi dispiace. Non lo farò mai più, e invece: “Lei non sa perché ho parcheggiato così!”.

La mia dolce risposta: “ E sti cazzi?!?!?!? Manco il Papa parcheggia così!”

Sconvolta di questo pomeriggio di senso civico pari a zero, ho conosciuto due persone (il diretto coinvolto e la ragazza, che magari dovevano essere gli unici due fuori di senno, di sicuro io lo sarei stata!) veramente deliziose.

Con l’umidità nelle ossa, romani vi aborro, Roma ti amo!

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